Piagge
Il paese di Piagge si trova a cavallo dei due versanti del Metauro e del Cesano, il cui nome dal Latino Pladearum rispecchia la configurazione dell’abitato (declivio tra collina e pianura).
La tradizione accenna ad una antica città Romana chiamata Lubacaria nei pressi della frazione di Cerbara, distrutta durante le invasioni barbariche e ricostruita nella vicina collina dove ora sorge Piagge. Infatti da antiche pergamene risulta che nel 777 il territorio di Lubacaria era compreso fra i numerosi beni posseduti dalla Badia di San Paterniano di Fano.
Nel 1227 il castello di Lubacaria fu diroccato ed in seguito alle sue rovine venne ricostruito il castello di Piagge; In epoca Malatestiana faceva parte del contado di Fano, ed è citato come Castrum Pladiarum; dal 1474 passa, con il resto del Vicariato di Mondavio ,di cui fa parte sotto il dominio di Giovanni Della Rovere.
Sulla torre Campanaria, che è un adattamento dell’antico torrione, è murata una lapide Roveresca con varie iscrizioni del XVI secolo; Molto probabilmente la sua originale collocazione era nella torre poligonale (Roveresca) a protezione della porta d’ingresso che compare nella mappa catastale del cessato Catasto Pontificio.
La Chiesa Parrocchiale di Santa Lucia risale al 1890 circa, ed è stata costruita a poca distanza da quella più antica, demolita perché fatiscente nel 1882; Al suo interno si trovano due dipinti: Una Cena degli Apostoli attribuito al Guerrieri che sicuramente proviene dalla cornice scolpita in pietra arenaria sopra L’Altare della Chiesa del Santissimo Sacramento appartenuta alla Confraternita,ed una Croficissione del Magini.
Ma l’elemento di maggiore interesse che ancora resiste vicino all’ingresso del Castelloè una grotta praticamente integra nella sua articolazione spaziale e nei dettagli decorativi.
Si trova qualche metro al disotto dell’antica piazza, vi si accede attraverso una rampa di scalini scavati nel tufo, ove sono riconoscibili antiche murature appartenenti probabilmente all’ antico ingresso urbano.
La grotta presenta una pianta simmetrica e conserva sulle pareti e sulle volte molte decorazioni geometrico-simboliche a rilievo eseguite con innegabile perizia tecnica. Si ipotizza che possa essere stato un luogo di culto molto arcaico risalente ai primi secoli del Cristianesimo al periodo delle invasioni barbariche e all’affermazione nel nostro territorio di monaci provenenti dall’oriente ; una delle Basilichette rupestri Appeniniche del rito orientale di San Basilio.